Radicchio di Chioggia Igp una storia che inizia nel 1700

Tradizione, Terra e un instancabile lavoro dell’uomo

La storia del Radicchio di Chioggia Igp parte da lontano e si inserisce in una tradizione orticola ancora più antica che ha documentazioni certe a partire dal 1700, quando in Città esistevano diverse “fraglie” ed istituzioni dedicate, tra cui la “Scuola di San Giovanni di Ortolani” che con i suoi 544 allievi era seconda solo a quella dei pescatori. Ma già Plinio il Vecchio narrava di orti lussureggianti che incorniciavano i litorali chioggiotti, così come dell’uso alimentare e terapeutico delle cicorie locali. Tuttavia il radicchio moderno, così come lo conosciamo oggi, deriva da individui a foglie rosse, riconducibili al “Rosso di Treviso” introdotto in Europa intorno al XV secolo, la cui coltura iniziò ad interessare le zone tipiche del Veneto nel corso del secolo successivo. Anche il Chioggia Igp, dunque, deriva da questo “progenitore” comune, e le prime esperienze degli ortolani chioggiotti vennero condotte, nei decenni successivi alla Grande Guerra, sul “Radicchio Variegato di Castelfranco”. La povertà endemica del tempo portò alla realizzazione di diverse ricerche delle zone di produzione alimentari italiane, per rilanciare l’economia orticola e risolvere il problema della fame, e uno di questi studi, dell’Istituto Federale di Credito per il Risorgimento delle Venezie (Pitotti-Belli, Premiate Officine Grafiche Ferrari 1923), del marzo 1923, riscontra che a Chioggia il Radicchio era stato inserito nella rotazione agraria insieme ad altri ortaggi.

Ulteriore conferma è data in “Cenni di economia orticola” di Pagani-Gallimberti (Officine Grafiche Ferrari 1929) dove viene indicata la tecnica colturale del Radicchio ottenuto negli orti lagunari ricavati nelle sabbie conquistate al mare. Mentre è ancora più preciso, in materia, lo studio del 1935, gli “Orti sperimentali di Chioggia” (a cura del Consiglio Provinciale dell’Economia Corporativa Venezia, relazione del 1935), in cui si riscontrano studi sulle nuove varietà di ortaggi e cicorie con particolare riferimento al Radicchio. A quella data, dunque, era già in essere un’evoluzione delle varietà coltivate, ed è facile immaginare che si trattasse di un adattamento al particolare ambiente lagunare. Gli ortolani chioggiotti, infatti, selezionando come “porta seme” soltanto le piante con propensione alla formazione di foglie centrali strettamente “embricate”, chiuse, così da evitare l’intrusione nei cuori dei cespi della sabbia sollevata dai venti marini, ottennero il “Radicchio Variegato di Chioggia” dal quale, in tempi successivi, selezionando le piante con screziature rosse sempre più diffuse ed estese, si è differenziato, intorno al 1950, il “Radicchio Rosso di Chioggia”.

Caratteristiche

Il Radicchio di Chioggia è un ortaggio a foglia appartenente alla famiglia delle Asteracee (Composite), genere Cichorium, specie inthybus, varietà silvestre.

Ha un cespo tondeggiante e compatto, con foglie di colore rosso più o meno intenso con nervature centrali e secondarie bianche, sapore amarognolo e consistenza croccante.

La costante attività di miglioramento genetico ha consentito la selezione e la diffusione di due tipologie, le quali, caratterizzate da un diverso periodo di maturazione, permettono di coprire il mercato per l’intero arco dell’anno.

Radicchio di Chioggia “precoce”

  • Aspetto

    Grumolo ben chiuso con peso da 200 a 600 grammi con la radice tagliata in maniera netta sotto il livello del colletto.

  • Foglie

    Caratterizzate da una nervatura principale di colore bianco che si dirama in molte piccole penninervie nel lembo fogliare notevolmente sviluppato di colore caratteristico dal cremisi all’amaranto.

  • Sapore

    Dolce o leggermente amarognolo e di consistenza croccante.

  • Semina, raccolta e commercializzazione

    Dal 1 dicembre a tutto aprile in semenzaio, dai primi di Marzo direttamente sul campo. La raccolta avviene dal 10 aprile al 15 luglio, commercializzazione dal 1 aprile al 31 agosto.

  • Zona di produzione

    Prodotta esclusivamente nei comuni litoranei di Chioggia e Rosolina, grazie al terreno particolarmente sabbioso, alla vicinanza al mare che determina una temperatura superiore rispetto all’entroterra.

Radicchio di Chioggia “tardivo”

  • Aspetto

    Grumolo ben chiuso con peso da 200 a 600 grammi con la radice tagliata in maniera netta sotto il livello del colletto.

  • Foglie

    Caratterizzate da una nervatura principale di colore bianco perla che si dirama in molte piccole penninervie nel lembo fogliare notevolmente sviluppato di colore amaranto carico.

  • Sapore

    Amarognolo e di consistenza mediamente croccante.

  • Semina, raccolta e commercializzazione

    In semenzaio o direttamente in campo dal 20 giugno al 15 agosto. Raccolta dal 1 settembre al 15 marzo, commercializzazione dal 1 settembre al 31 marzo.

  • Zona di produzione

    Viene prodotto in tutti i dieci comuni dell’area Igp: Chioggia, Cavarzere, Cona, Codevigo, Correzzola, Rosolina, Loreo, Porto Viro, Taglio di Po e Ariano Polesine.

Seme

Un aspetto caratteristico legato alla produzione del Radicchio di Chioggia IGP è la selezione del seme. Un’attività che viene ancora condotta manualmente dai produttori, in quanto rappresenta il “senso” vero della tradizione, della tipicità e della originalità di questo magnifico ortaggio. I produttori selezionano in coltura le piante con le migliori caratteristiche morfologiche, le estirpano dal campo e le privano del solo apparato fogliare per conservarle in appositi contenitori, in ambiente protetto.

Nella primavera successiva, quando le condizioni climatiche lo consentono, i fittoni vengono trapiantati in pieno campo, sotto isolatori per evitare combinazioni di incrocio non desiderate. Dopo circa 60 giorni dall’inizio della fioritura il seme è formato, quindi le piante vengono recise alla radice e poi lasciate essiccare per alcuni giorni al sole per facilitare l’estrazione delle sementi che daranno vita alla nuova produzione.

Il buono che fa bene

Il Radicchio di Chioggia IGP è un ortaggio che si distingue per l’elevato contenuto di antiossidanti legati alla tipica colorazione rossa delle foglie e al caratteristico gusto leggermente amaro. Sono inoltre presenti composti che migliorano le potenzialità salutistiche del radicchio rappresentati dall’acido clorogenico con azione antibatterica, antiossidante e dell’acido cicorico che ha funzione anti-tumorale e antivirale, riduce l’insorgenza di obesità e diabete.

Molto interessante anche il contenuto di composti amari che hanno funzione antinfiammatoria, vaso protettiva e coleretica con effetti depurativi ed epatoprotettivi.
Il Radicchio di Chioggia IGP precoce, rispetto ai valori presenti nei database nazionali, presenta un buon contenuto di minerali, una maggiore presenza di potassio (+8%), vitamina C (+46%), un tenore di zuccheri superiore e valori di fibra inferiori del 50%.

Vedi le principali caratteristiche nutrizionali del Radicchio di Chioggia IGP nelle tabelle preparate dal dipartimento Dafnae dell’Università di Padova

Area di produzione

Sono 10 i comuni che rientrano nell’Igp: Chioggia, Cavarzere, Rosolina, Loreo, Porto Viro, Taglio di Po, Ariano, Codevigo, Cona, Correzzola

L’area di produzione abbraccia 10 comuni che ricadono in tre differenti provincie: Padova, Venezia e Rovigo unite dallo stesso paesaggio: quello della gronda adriatica, dalla Laguna Sud di Venezia alla grande area del Delta del Po. Una terra unica, bella, per larghi tratti ancora selvatica, dove l’uomo, pazientemente, si è inserito con il suo lavoro senza distruggerne gli equilibri. Ed è proprio qui che risiede l’unicità e l’irriproducibilità del Radicchio di Chioggia Igp. Le caratteristiche che lo rendono inimitabile derivano sicuramente dalla storia evolutiva del prodotto ma soprattutto dagli aspetti pedoclimatici e minerali del territorio. Gli orti in cui si coltiva il Radicchio di Chioggia hanno origine dalle rocce arenarie che i grandi fiumi come il Po, l’Adige e il Brenta hanno portato dalle Alpi fino all’Adriatico.

Si tratta, quindi, di terreni con una forte presenza di minerali ai quali si aggiunge la salinità apportata dalle brezze marine. Il Chioggia Igp è infatti il più sapido tra i radicchi italiani e tra quelli che richiedono il minor numero di interventi con prodotti chimici, in quanto è sempre la natura a prendersi cura del nostro ortaggio: i venti marini evitano i ristagni di umidità e la possibilità di malattie. Le precipitazioni medie annue si collocano attorno ai 700 mm con punte massime di 1000 e minime di 430 mm. Il clima è fortemente influenzato dalla vicinanza del mare, che consente una ridotta escursione termica giornaliera, e raramente, durante l’anno, la temperatura massima supera 31-32° e la minima scende sotto 0° gradi.

Una produzione amica della Natura

Nel 2014-15 World Biodiversity Association ha condotto una serie di rilievi nell’area di produzione del Radicchio di Chioggia Igp, attraverso il progetto “Caratterizzazione qualitativa dei principali prodotti ortofrutticoli veneti e del loro ambiente di produzione” sostenuto dalla Regione Veneto. Lo scopo della ricerca è stato quello di stabilire, attraverso un censimento degli organismi che vivono nei tre ambienti (aria, acqua e terra) quale sia l’impatto della coltura del Radicchio di Chioggia Igp nei confronti della qualità ecosistemica e della biodiversità del territorio di produzione. Lo studio ha potuto evidenziare che le buone pratiche agronomiche messe in campo dei produttori, unite al perdurare di alcune sane abitudini, come la selezione “massale” del prodotto, che a tutti gli effetti riproduce il sistema naturale di adattamento delle piante ad un ambiente, garantiscono il mantenimento di un’elevata biodiversità nell’ambiente di produzione e la conservazione della fertilità dei suoli.

Processo di lavorazione

I prodotti a base di Radicchio di Chioggia

Le caratteristiche nutraceutiche e nutrizionali del Radicchio di Chioggia, unite alla sua duttilità in cucina lo rendono ingrediente speciale di molte preparazioni e anche di molti prodotti che oggi si trovano sul mercato.

Le foglie del Principe Rosso sono entrate a far parte della produzione di paste alimentari, nella realizzazione di cosmetici, in forma essiccata in buste già pronte per insaporire dolci e risotti, ma anche confetture, tisane, gelati e addirittura una birra rossa!

Principe rosso, sovrano in tavola

La qualità uniche del Radicchio di Chioggia Igp sono sempre più ricercate, sia dagli chef stellati che dalle famiglie per la cucina di tutti i giorni. Questo tipo di radicchio può essere consumato sia crudo che cotto in preparazioni che vanno dalle semplici insalate ai risotti o come secondo, se grigliato ai ferri, mentre saltato in padella è il contorno perfetto che accompagna carne e pesce. Consumato crudo dà il massimo delle vitamine, cotto nei più svariati modi può soddisfare i palati più esigenti.

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